COME LEGGERE IN PROFONDITA’ LA VITA DI UNA SQUADRA DI BASKET

Le strutture interattive di un team cestistico

Dopo tanti anni di lavoro sul campo con team cestistici, soprattutto giovanili, ancora oggi per me non è completamente chiaro come leggere le interazioni che avvengono all’interno del gruppo e come esse si sviluppano.

Questo fatto mi allontanerebbe dall’opportunità di incrementare l’offerta della proposta didattica e di migliorare la coesione del gruppo. Per aprire un focus sul problema ho pensato di identificare una serie di elementi che analizzano le relazioni affettive e la comunicazione tra le parti.

Dopo lunga ricerca mutuata dalla psico-pedagogia ho individuato una serie di strutture interattive chi mi aiutano a centrare le varie problematiche di un team sportivo.

Innanzitutto ritengo importante approfondire cosa sono le strutture interattive e come si sviluppano: fondamentalmente esse sono le dimensioni caratteristiche del gruppo cioè il potere che il singolo esercita sul gruppo, la comunicazione, i ruoli, le aspettative e i legami di amicizia che si formano tra i ragazzi. Ognuna di queste strutture si presenta come uno specifico punto di vista dal quale guardare la squadra nel suo essere gruppo.

Ora vi presento le varie strutture interattive chiarendo a quali aspettative devono rispondere.

  1. Struttura comunicativa: riguarda il grado di partecipazione al flusso di informazioni che si realizza nel gruppo. Una struttura comunicativa valida si concretizza quando tutti possono scambiare le proprie idee in un clima di reciprocità.
    L’allenatore dovrebbe porsi le seguenti domande :

    1. Chi riceve spesso le informazioni?
    2. Chi passa le informazioni ricevute?
    3. I sottogruppi, che si formano, usano forme comunicative di tipo verbale o non verbale?
    4. Chi viene spesso escluso dalla comunicazione?
  2. Struttura d’influsso:si riferisce al potere del singolo all’interno del gruppo, in particolare al ruolo e alla identità che gli viene riconosciuta dai compagni. Quando nel gruppo si creano strutture rigide di potere viene ostacolata, da parte di tutti, l’acquisizione del senso di appartenenza rispetto alle diverse attività della squadra e facilmente si creano tensioni negative sul clima relazionale.
    L’ azione dell’allenatore va mirata a bilanciare questa struttura non rinforzando gli atteggiamenti di dominanza di qualcuno, ma favorendo invece la corresponsabilità.
    L’allenatore dovrebbe porsi le seguenti domande :

    1. Le proposte di chi vengono accettate, respinte o bocciate?
    2. Gli interventi di chi sono valorizzati?
    3. Gli interventi di chi sono presi con ironia e sarcasmo?
    4. Chi si conforma passivamente alle idee degli altri?
  3. Struttura socio-affettiva:si riferisce ai comportamenti di avvicinamento o di evitamento, alla frequenza dei contatti e alla distribuzione del livello di simpatia nel gruppo.
    A dominare questa struttura concorrono sia fattori di ordine personale ( simile status sociale, competenze comunicative) sia quelli di ordine organizzativo ( distribuzione dei compiti e opportunità di interagire con i compagni). Il contatto affettivo del gruppo dipende perciò anche dalle modalità di strutturare le relazioni nella squadra dall’allenatore.
    L’allenatore dovrebbe porsi le seguenti domande :

    1. Chi cerca di stabilire contatti e con chi?
    2. Come ciascuno reagisce ai desideri altrui?
    3. Quali sono le ragioni addotte per i livelli di simpatia e antipatia?
    4. Ci sono comportamenti che hanno lo scopo di attirare l’attenzione degli altri?
  4. Struttura delle aspettative:fa riferimento ai ruoli che gli atleti assumono all’interno della squadra in modo che si percepisca un equilibrio stabile nel gruppo.
    Inoltre ogni ruolo si riferisce a precise aspettative che orientano il comportamento dell’atleta e degli altri compagni che si rapportano con lui.
    Le aspettative in questo caso riguardano perciò la convinzione che si formano attorno al singolo al gruppo e all’allenatore. E’ importante che l’allenatore sia flessibile e aperto, cercando di conoscere e rispettare le caratteristiche specifiche dei singoli aiutandoli a raggiungere uno status positivo all’interno della squadra.
    L’allenatore dovrebbe porsi le seguenti domande:

    1. Chi impersona ruoli rigidi all’interno della squadra?
    2. Chi è percepito dai compagni in modo riduttivo?
    3. Chi stigmatizza i compagni? In che modo?
    4. Chi viene spesso stigmatizzato?

Questo quadro di riferimento da poco sperimentato mi ha permesso di individuare i punti di criticità in modo più rapido e delineato, permettendomi poi di apporre le eventuali contromisure.

Non è sempre facile entrare nel profondo della vita di un team sportivo perché gli aspetti socio-relazionali cambiano rapidamente anche in relazione all’età del gruppo e al livello di appartenenza.

Questa mia proposta, che vorrei condividere con i miei colleghi ( allenatori e insegnanti ), è solo un modo per capire meglio come funzionano le dinamiche di gruppo e come mirare l’ offerta didattica al solo fine di migliorare i ragazzi non solo sotto l’aspetto tecnico e fisico, ma soprattutto affettivo e relazionale.

Prof. Alessandro Onofri
Istruttore Minibasket 
Preparatore fisico F.I.P
Esperto nella pratica psicomotoria Aucouturier