Come prima, più di prima

Quando si parla del passato, di qualunque si tratti, bisogna farlo con rispetto. Alzandosi in piedi. Possibilmente scalzi. Rispetto, non nostalgia. Il nostalgico è intrappolato nel passato, il suo scopo è riprodurre, in tempi e modi improponibili, ciò che è stato e che non può più essere. Rispetto è un’altra cosa: è la comprensione del legame che esiste fra le generazioni, dove il qui e ora non sarebbe possibile senza ciò che ci ha preceduto. Siamo quello che siamo stati. Anche nello sport: il giocatore di oggi è l’evoluzione di quello di ieri, non può esistere l’uno senza l’altro. I vent’anni del Nuovo Basket 2000 – una piccola storia d’amore verso la pallacanestro – stanno proprio a dirci questo: i ragazzi di oggi non possono dimenticare gli uomini che ieri hanno indossato le stesse maglie e che hanno onorato i colori societari. Molti di questi uomini si sono distinti in diverse città sparse per la penisola. Alcuni di questi rappresentano l’unico nucleo locale della società cittadina. Ricordare significa aiutare chi oggi si affaccia al mondo della pallacanestro, che fa parte di una storia importante e che spetta a tutti quanti dare continuità e nuova linfa ad un racconto che aspetta ancora molte pagine da scrivere e da leggere. I ragazzi necessitano di esempi credibili e raggiungibili: se devono sognare, è giusto farlo verso traguardi a portata di mano. Chi meglio di chi li ha preceduti nelle stesse palestre, stessi pulmini, stessi accompagnatori, stessi spogliatoi? Presentare ai neofiti del basket coloro che hanno abbracciato la Nazionale o la serie A non è sfoggio di bravura o celebrazione fastosa (anche se non ci sarebbe nulla di male), semmai suggerire un percorso formativo, l’attitudine giusta al miglioramento, la voglia di pensare in grande. Il Nuovo Basket 2000 non ha paura di nominare i propri campioni: sono veri e in carne ed ossa, costati un sacco di ore di allenamenti, arrabbiature, fuori programma, rinunce, bastoni e carote a gogo. Questi campioni sono l’orgoglio di tutti e tutti ne dovremmo difendere il ricordo. Nessuno è proprietario della storia, siamo solo degli insignificanti osservatori: il grande peccato che potremmo commettere, però, è quello di dimenticare. Dimenticando, condanniamo le nuove generazioni a navigare nell’oceano senza bussola e con un cielo senza stelle.