È stata dura e impervia, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Riaprire per dare ai bambini e ragazzi la gioia di riprendere in mano un pallone, di fare canestro, di rivedere i propri compagni di squadra. Ad un mese dall’ora X tutto appare più semplice e bello. Ricordo la concitazione dei primi incontri – rigorosamente virtuali – dove la mescolanza di entusiasmo e timore rendeva incerto il risultato. Alla fine ha prevalso il coraggio sulla pavidità. Perché di rischi ce ne siamo presi, considerando che gli utenti sono tutti in età minorile. Protocolli intransigenti, turni contingentati, orari rigidi che devono fare i conti con la disponibilità di istruttori e allenatori non professionisti e di utenti che non sono ancora usciti mentalmente e del tutto dalla fase di emergenza. È stata l’occasione prodiga per riscoprire la ricchezza dei campi all’aperto non solo come sfogo del gioco libero, ma anche come terreno ideale per apprendere la tecnica di gioco. La cornice dei campetti dell’Ex Fiera con le fronde alte e profumate dei tigli secolari ha accompagnato il suono inconfondibile dei palloni che rimbalzano per terra e lesionano i ferri (del resto dopo una fase lunga di inattività le retine dei canestri hanno potuto riposare di più). È stato come riprogrammare la stagione: turni tennistici, rapporto istruttore allievo 1:1, orari ridotti. Gli allenamenti individuali, così rari e agognati durante le stagioni regolari, sono diventati la norma. Ognuno ha potuto godere di un trattamento speciale e, soprattutto, non a distanza. È giusto rendere merito ai ragazzi: si sono assorbiti 4 settimane e più di allenamenti sui fondamentali senza vedere, nemmeno con il binocolo, uno ‘straccio’ di 1vs1 per non parlare di partitelle o qualcosa del genere. Vorrei dire loro una parola di conforto: questo sacrificio, questa innaturale condizione, porterà innumerevoli benefici nel futuro, anche prossimo. La soddisfazione più grande, è giusto ricordarlo, è stata quella di ripartire con tutti i bambini del minibasket: le resistenze non mancavano, ma l’adesione quasi totale delle famiglie – a cui va il ringraziamento per supporto e collaborazione – ha fatto sparire ogni indugio. Al momento, dopo un mese giusto di lavoro, abbiamo in pratica ripristinato tutti i corsi con più di 80 ragazzi e bambini che si alternano sulla piastra. Dalla prossima settimana, anche l’orario di allenamento rientrerà nella normalità: 60 minuti per il minibasket, 90 per il settore giovanile. I cori di gratitudine che salgono dalle famiglie ci danno la spinta ad andare avanti: infatti, sull’onda dell’entusiasmo, abbiamo organizzato un camp a luglio con firme di allenatori importanti. Non siamo insensibili: le parole, gli sguardi, i sorrisi di incoraggiamento ci fanno piacere, sono la benzina – o, meglio detto ecologicamente – la batteria che ci spinge a continuare. Rispondiamo sempre nello stesso modo: non siamo eroi, facciamo solo il nostro mestiere. Che, tra le altre cose, è perfino bello.
Livio Consonni
RT Nuovo Basket 2000