Stavolta è troppo. Parliamo di salute? Bene, parliamone. Il Comitato Tecnico Scientifico non è il depositario della verità in materia di salute. C’è la possibilità di nuovi focolai di Covid 19 in giro per l’Italia? Possibile. Una cosa è certa: i bambini e gli adolescenti che non hanno potuto per mesi fare attività sportiva avranno dei danni sensibili alla salute, non solo fisica. Fa bene la Sicilia a tirare dritto sulla propria decisione di far partire gli sport di squadra: abbiamo considerato i pericoli del contagio – giustamente – ma non abbiamo mai affrontato seriamente le gravi conseguenze che l’inattività motoria produce, in particolare modo in soggetti in età evolutiva. Sono parecchi giorni consecutivi che anche in Friuli Venezia Giulia non si avvertono più contagi: sarebbe un atto di alta responsabilità da parte dei governatori regionali concedere ai nostri ragazzi la possibilità, dopo mesi di blocco e al termine di un anno scolastico tribolato, di ritornare nei campetti e quantomeno riassaporare una parvenza di normalità. Vogliamo che i ragazzi passino il tempo libero sui congegni elettronici di cui oggi sono particolarmente dotati? Facciamolo. Consideriamo la sospensione di tutto ciò che appartiene all’area dell’aggregazione sportiva spontanea e organizzata come un male minore? Scelta rispettabile, ma, sia concesso, opinabile. Dopo una fase di contenimento, utile e necessaria, ora le priorità sono altre: prima fra tutte, la ricerca del benessere come equilibrio virtuoso tra sfera affettiva, motoria e mentale. E quale dispositivo migliore se non lo sport per aiutare gli adolescenti a ricomporre quell’unità andata in frantumi durante un tratto di vita caotico e, per certi versi, traumatico. Mi dispiace, stavolta non c’è allineamento. La preoccupazione, su qualcosa che non esiste, porta alla fobia. Se qualcosa tornerà ad esistere, ce ne preoccuperemo. A volte è necessario, come diceva Don Milani, fare disobbedienza. Che è una cosa diversa dall’irresponsabilità.