Ma scusate un secondo. Ci siamo allenati con un giocatore alla volta e parliamo di sport di contatto? Quale contatto? Da maggio a giugno, pur di riaprire e dare ossigeno ai ragazzi, abbiamo allenato individualmente, è possibile spiegare ragionevolmente quale sia il motivo per chiudere agli sport cosiddetti di ‘contatto’? Qualcuno può illuminarci sulla differenza tra il distanziamento di atleti che lanciano una clavetta ed altri che fanno rimbalzare un pallone a terra? Tra una classe che fa ginnastica a corpo libero ed un gruppo di ragazzi che fa preparazione fisica? Potrei capire la competizione dove non può esserci controllo dei corpi in movimento vista la caratteristica di imprevedibilità degli sport di situazione: ma allenare il gesto tecnico e preparare fisicamente il corpo cosa hanno a che fare con il contatto? Il ragionamento è semplice: o si chiudono tutte le attività sportive – e sarebbe una catastrofe, per utenti e associazioni dilettantistiche – o non si chiude per nessuno – con alcuni accorgimenti, ad esempio vietare le competizioni e consentire gli allenamenti in forma tecnico/didattica oppure, come in Francia, salvaguardare le fasce con maggiore necessità di svago e movimento, come i bambini e i ragazzi. Fermare l’attività fisica sarebbe un crimine verso la salute. Un paradosso: per salvaguardare la salute si attenta alla stessa. Siate coerenti e rivolgetevi verso altre sponde. Lo sport è troppo aggrappato alla sopravvivenza per permettersi di trasgredire: e poi, ha le regole nel sangue, il mancato rispetto sarebbe un attentato a se stesso, un vero e proprio suicidio.