Proviamo a fare chiarezza: qual’è la differenza tra attività motoria e sportiva? Qualcuno ci ha provato con l’abbigliamento: se metto la tuta significa che sono un atleta. La soluzione all’enigma è in verità più complessa: risiede pertanto nell’intensità dello sforzo? Anche questo parametro si dimostra debole: estremizzando, un giocatore di scacchi che compete per il campionato del mondo consuma meno calorie di un uomo o una donna che svolgono lavori di casa o di giardinaggio. Quindi? Quindi la distinzione sta nella intenzionalità: l’attività motoria è per gran parte spontanea, l’attività sportiva è finalizzata al raggiungimento di determinati obiettivi. Chiunque faccia una passeggiata in centro città non si pone alcun scopo competitivo se non quello di fare una camminata, respirare ossigeno e, magari, fermarsi a chiacchierare ogniqualvolta capiti di incontrare qualcuno. Lo sportivo, invece, anche se in solitudine, programma la sua uscita, definisce il percorso, si dà dei tempi minimi e massimi di esecuzione. Se tiro due calci al pallone sul prato, sto facendo attività motoria. Se invece, sempre sul prato, eseguo esercizi mirati al miglioramento tecnico del gesto del tiro, sto facendo attività sportiva in forma individuale. La discriminante sta nella intenzionalità del gesto stesso. Cosa significa in forma individuale? Non propriamente uno alla volta, vuol dire che ciascuno svolge lo stesso esercizio avendo a disposizione uno spazio congruo a mantenere il distanziamento. Perché all’aperto? Non solo perché la conduzione virale è ridotta ai mimimi termini, quanto perché l’ossigeno è l’elemento determinante nella lotta al Covid. Stare in casa, per quanto ci venga ripetuto alla noia tutti i giorni, non è il migliore sistema di difesa. Uscire per stare in gruppo assembrati senza protezione nemmeno. Fare attività motoria e sportiva all’aperto in totale sicurezza e rispetto delle norme è invece indispensabile per la salute fisica e, soprattutto, mentale.