Per una volta, proviamo a mettere da parte le contrapposizioni. Un’idea, una proposta, un’iniziativa, non necessariamente devono rappresentare un pericolo. Lo sport insegna: le squadre che si affrontano non sono entità fatte per distruggersi, semmai il pretesto per tirare fuori il meglio che ciascuno ha dentro. Purtroppo a Pordenone, e non solo in ambito sportivo, spesso e volentieri ogni nascita viene considerata una minaccia per lo status quo. Giusto 20 anni fa, quando sorse il Nuovo Basket 2000, scoppiò un pandemonio: ‘cosa vogliono’, ‘è proprio necessario’, ‘ci sono già abbastanza associazioni in giro’, queste le frasi malevole ricorrenti. ‘Hanno rubato le primizie dell’orto’, quando, in realtà, se le stesse avessero perpetuato con i sistemi di coltivazione precedenti, sarebbe seccato tutto nel giro di qualche mese. Le novità fanno paura, perché rappresentano il cambiamento. Mantenere le posizioni, spartire il controllo, gestire l’esistente: ecco il sedativo perfetto, il tranquillante che placa la smania di mutazione. Gli accordi, eccetto le alleanze in stato di guerra, non si fanno contro qualcuno, ma per favorire la crescita, rifinire il grezzo, trasformare ciò che è ancora informe. Ben vengano tutte le iniziative volte a modificare ciò che sembra immutabile: a meno che, qualcuno si arroghi il diritto di pensare che non esista altra verità o soluzione al di fuori del proprio punto di vista. Non esiste monopolio nel mondo sportivo: esistono entità diverse che rispondono ad esigenze diverse. Pensare di intrappolare il variegato spettro di aspettative in un unico soggetto è sbagliato e fuorviante, oltre che antiquato. C’è posto per tutti e non sarà difficile capire in tempi brevi che la sopravvivenza di uno diventerà la salvezza altrui. Non solo: collaborare tra diversi diventerà la carta vincente. Se c’è qualcuno in pericolo, è proprio la pallacanestro di questi tempi: camminando tra le macerie e i cadaveri ammassati, scorgere qualcuno ancora in piedi disposto ad andare avanti dovrebbe riempire il cuore di speranza.